Laringoscopia a fibre ottiche o STROBOSCOPIA?
Per chi si occupi a tempo pieno di VOCE (parlata e soprattutto recitata e/o cantata) è storia di sempre. Complici spesso molti Medici di Famiglia e Pediatri di Base ma anche tanti Maestri di Arti della Voce, i soggetti disfonici o disodici arrivano a noi con una precisa richiesta: “valutazione della laringe e della voce attraverso LARINGOSCOPIA a fibre ottiche (LFO)”. Non si vuole entrare nel merito delle cause di questa prescrizione impropria; urge, invece, spiegare quali differenze sostanziali intercorrano tra detto esame diagnostico e la STROBOSCOPIA, il gold standard degli esami in medicina della voce (anche a fini didattici cioè “vocologici”).
Mentre la LFO – sia essa effettuata con strumentazione flessibile (dal naso) o rigida (dalla bocca) – consente soltanto di vedere grossolanamente le corde vocali e il vocal tract con luce fissa, la LARINGO-STROBOSCOPIA – sia essa effettuata con strumentazione flessibile (dal naso) o rigida (dalla bocca) in base alla scelta del foniatra/otorino che dovrebbe optare non a caso ora per un tipo di accesso ora per l’altro – permette di visionare – senza necessità di alcuna anestesia nemmeno locale – non soltanto la morfologia e il movimento di abduzione e adduzione (apertura e chiusura) delle corde ma anche la vibrazione del loro cover, da cui, del resto, dipende in modo sostanziale la salute della voce. Ciò è possibile grazie a una luce particolare che viene projettata sulle corde e sul tratto fonatorio senza alcun dolore o effetto collaterale: la stroboscopica, appunto.
Che differenza c’è tra le due luci e perché si usa la strobo? Semplicisticamente rispondendo, la rètina può vedere poche (5–30; dipende da molte variabili) immagini al secondo anche qualora gliene si presentassero dinnanzi migliaja. In genere, le vibrazioni del cover delle corde vocali “viaggiano” da 80 Hz a 230 Hz (nella voce parlata) quindi, se non si utilizza una luce che, secondo la Legge di Talbot, “ajuti” l’occhio umano a vedere quasi tutti i cicli vibratorii delle corde, esse – attraverso la luce fissa della LFO – potrebbero non rivelare dettaglj importanti a fine clinico e artistico (vedi l’immagine di sulcus scelta per questo articoletto).
Conclusioni: MAI rinunciare a sottoporsi ad esame STROBOSCOPICO del laringe in caso di alterazione della voce parlata o artistica. Laringoscopia a fibre ottiche o STROBOSCOPIA?