Perché due specialisti “simili” possono dare all’artista pareri diversi?

 

 

 

 

 

 

 

Ogni giorno negli ambulatorî di Medicina applicata alle arti dello spettacolo si incontrano utenti (e, a volte, anche pazienti) che hanno magari già consultato almeno altri due o tre medici di formazione accademica similare alla nostra (audiologi, foniatri, otorinolaringo­jatri etc) prima di giungere, appunto, da noi per l’ennesimo parere (nella speranza sia il risolutivo). Dopo la visita, non di rado si sente affermare che quanto scritto nella relazione fina­le è completamente differente dalle conclusioni degli altri colleghi già incontrati.

Vien fuori una domanda: com’è possibile che una medesima problematica susciti nei clinici risposte a volte addirittura opposte?

È, per esempio, il caso di quesiti come questi:

  • Serve stu­di­are se poi si deve “soltan­to” fare l’attore?

  • È uni­ca­mente il logo­pe­dista il pro­fes­sion­ista che può risol­vere un even­tuale prob­le­ma vocale in una voce bianca?

  • Una cisti intra­cordale deve essere oper­a­ta per forza?

  • Deve decidere il foni­a­tra o il fonochirur­go se, dove, come e quan­do un artista deb­ba essere operato?

  • Una fal­sa cor­da ipertrofi­ca non tumorale va sem­pre las­ci­a­ta in loco anche quan­do il per­former desideri la si tol­ga? Cosa cam­bia even­tual­mente se c’è una ver­ge­ture nel­la cor­da vocale omo­lat­erale? (si vedano le immagini)

  • Per le sub­lus­sazioni aritenoidee le manipo­lazioni del­la laringe pos­sono bastare?

  • La pub­al­gia del­l’artista si cura con riposo asso­lu­to o con ter­apie mediche e riposo parziale?

  • A che pro sot­to­por­si a stro­bo­scopia e non a rino­laringo­scopia a fibre ottiche per lo stu­dio del­la voce?

  • Cor­ti­sone ed antibi­oti­ci a gogò sì o no pri­ma di una recita importante?

L’elenco potrebbe continuare.

Alla luce di ciò, si abbozzano di seguito alcune tra le possibili risposte alla domanda iniziale.

Bisogna, fin da subito, rammentare che essere specialisti in uno o più settori della me­dicina (compresi gli audiofoniatrici, gli otorinolaringologici, i logopedici e i fisioterapici) non significa possedere automaticamente conoscenze e competenze in àmbito di Medicina dell’Arte. Essa presuppone anni di studio della medicina ultraspecialistica nonché ancora maggiori pe­riodi di formazione sul campo, cioè sul palcoscenico, al fine di formare alla interdisciplinarità un animo già “reci­piente”. Ecco perché un otorino molto bravo nell’effettuare rinosetto­plastiche o un audiofoniatra/logopedista eccellente nella gestione dei disturbi dell’apprendimento non do­vrebbero dare risposte assolute/izzanti ad artisti che, in fiducia o per errore, a lui si rivolgano per esigenze “vocologiche”.

Inoltre, va ricordato che, a parità di formazione (se mai esistesse un modo per valutare tale parità), ogni medico ragiona – in scienza e coscienza – alla luce della propria esperienza ma soprattutto con la propria filosofia di vita che, volenti o no, permea il modus cogitandi

La visita, poi, è un evento a sé; ogni esame diagnostico ha significato nel nunc et statim e non può ritenersi di univoca interpretazione intra- ed intersoggettiva.

È anche per questo che consegnare foto o video delle loro corde vocali ai pazienti a fine seduta in genere “lascia il tempo che trova” an­cor più se a “post-analizzarli” è un medico/riabilitatore/maestro il cui linguaggio, la cui formazione e la cui intelligenza viaggiano verso strade completamente dissonanti rispetto a quelle del clinico-artista che ha effettuato la visita.

Se in seno alla Medicina legale ancora non si riesce, del resto, a oggettivare il quid che per fortuna fa della voce artistica, della danza e delle Arti un’isola felice, ci sarà una ragione.

In conclusione, siccome la Medicina dell’Arte parla (o dovrebbe) il linguaggio di quest’ultima contestualmente (e forse anche prima) che quello medico, estrema attenzione andrebbe posta nel chiedere mille pareri su un problema che eventualmente attanaglia. Scegliere uno specialista davvero competente in Medicina dello Spettacolo farà guadagnare in minore confusione e in maggiore specificità e sensibilità di approccio operativo.