Ecco come poesia, prosa e fisiopatologia possono ancora una volta incontrarsi! Buona voce a tutti
Le corde vocali si comportano come due innamorati che non possono non toccarsi e coccolarsi continuamente. Se qualcosa di patologico organico o disfunzionale (per esempio, il tanto frequente disaccordo pneumofonatorio o la timidezza estrema o la vocopatia da disagio sessual-genitale etc) lo vieta loro, esse, come Giulietta e Romeo, fanno di tutto per toccarsi in atti teneri ma spesso veloci o in altri energici abusivi e pericolosi.
Così avviene nel canto: la vibrazione cordale può superare i 400 Hz e i 90 dB (fino alla cosiddetta “soglia del dolore”) e il contatto glottico essere veloce e specifico in punti selettivi del bordo libero delle corde.
Se non riescono a toccarsi, per farlo si sforzano fino a formare ogni possibile estroflessione che funga da ponte comunicativo tra loro. Fuori di metafora, se le corde non si lambiscono affatto o se lo fanno poco, troppo e male, si formano lesioni in plus (noduli, polipi, edemi etc) che, benché di natura patologica, forse “servono” a garantire un contatto adduttorio anche puntiforme (come una carezza veloce) “utile” alla fonazione (ma non a quel canto che richiede il pulito).