Neuro-Auricolo-Terapia in Medicina della Voce
La neuroauricoloterapia – grazie alla sua sicura valenza diagnostica e terapeutica – è una potente arma al servizio del medico e del paziente, in generale e in àmbito vocologico e foniatrico.
Dal punto di vista diagnostico, è possibile esplorare, con un palpeur o con un cercapunti, la presenza di una perturbazione a carico di un determinato organo o distretto e il suo ritorno alla normalità durante il trattamento. A livello del padiglione si fissano, infatti, rappresentazioni di un organo, della sua innervazione, della sua componente muscolare etc. Questi punti o voxel sono assolutamente corrispondenti ai rispettivi punti sensitivi, motori, viscerali etc per cui, se dalla periferia arrivano potenziali anomali, accenderanno i punti sia a livello corticale sia nel padiglione1.
In pratica, il padiglione è un vero display con touch screen attivo, in quanto il punto può essere trattato con gli aghi nel contesto di una strategia neurofisiologica per inviare un messaggio al cervello.
La neuroauricoloterapia è anche estremamente efficace dal punto di vista terapeutico sia da sola sia in associazione ad altre terapie con cui, del resto, finisce per non porsi in contrasto.
Può giovare persino agli stonati, ammesso che essi esistano davvero.
Ci si riferisce qui solamente a quelli con un problema di controllo frequenziale e di disritmia di acquisizione: cantano male perché sentono male.
Si può fare il punto Epifisi2 bilateralmente cominciando da sinistra.
In pratica, si costringe il cervello a riprendere il mano il dossier della patologia che aveva messo da parte e ad agire con la massima forza per giungere alla sua soluzione.
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In Medicina non esistono i miracoli.
Essa è una Scienza mai perfetta e mai del tutto oggettivabile in assoluto senso galilejano se si considera quanto diversi siano due individui con “medesima” patologia e quanto differente sia l’individuo stesso nel corso delle ore e dei giorni.
In Medicina esistono possibilità che, in scienza e coscienza e senza follie di assolutismo, il clinico deve sfruttare, previa apposita formazione, per il bene del paziente e per la propria soddisfazione di uomo e di professionista al servizio della salute e del bello. La Medicina della voce professa di essere nata per curare la porzione forse più intima di ognuno di noi, quella che ancora oggi sfugge, almeno in parte, ai controlli oggettivi: appunto, la voce (la foné e il mélos). La neuroauricoloterapia si offre come possibile rimedio che – insieme eventualmente a quelli che il logopedista, il fonoaudiologo, il neurologo, l’otorino, il fisiatra, il fisioterapista e il foniatra riterranno più idonei nella specificità – tenta di ajutare anche a migliorare la qualità della vita intra- e interrelazionale di ognuno di noi per ottimizzare le quali avere una voce bella e sana rappresenta un elemento (quasi) indispensabile.
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Estratto (con modif.) da: Sulis G.G. – Gucciardo A.G., Neuro-Auricolo-Terapia in Medicina della Voce, Qanat, Palermo 2018, 69–71
Immagine da: Hieronymus Bosch, Il giardino delle delizie (particolare)
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1 Cfr. Alimi D., L’auriculothérapie médicale. Bases scientifiques, principes et stratégies thérapeutiques, Elsevier Masson, Paris 2017, 82–83, 12
2 Cfr. Id., 2017, 317, 40